Momento di incontro e confronto stamattina presso la sede della Fondazione Friuli in occasione del convegno “Sostegni e assistenza alle persone con disabilità: lo stato dell’arte in Friuli Venezia Giulia e nuove prospettive delineate dalla riforma sanitaria regionale” promosso dal Comitato delle organizzazioni del Privato Sociale per l’assistenza residenziale e diurna delle persone con disabilità (COPS) nel corso del quale è stato ribadito la necessità di un cambio di paradigma che porti tutti gli attori del settore ad agire in modo condiviso avendo come unico fine lo sviluppo dell’autonomia e dell’inclusione della persona con disabilità.

I lavori, coordinati da Giorgio Dannisi – Presidente di COPS, hanno preso il via con l’intervento dell’Assessore Riccardo Riccardi che ha sottolineato come la riforma della legge 41 costituisca un importante punto di partenza per una riforma sociosanitaria molto più ampia, commisurata alle nuove esigenze e frutto di un lavoro condiviso con tutti gli addetti ai lavori. La sostenibilità di questo progetto prevede una maggiore integrazione tra il sistema pubblico e privato, con un fondamentale apporto da parte del “grande” mondo del volontariato regionale, al fine di incrementare la qualità e l’efficienza dei servizi offerti. Mario Brancati, Presidente della Consulta regionale delle Associazioni delle Persone Disabili e delle loro Famiglie del FVG, non nasconde che si tratta di una sfida impegnativa, da affrontare con professionalità e competenze per riuscire a fornire risposte adeguate e personalizzate.

Come si evince dai risultati del monitoraggio sui centri diurni e residenziali gestiti in convenzione con le Aziende Sanitarie illustrati da Ranieri Zuttion – Direttore centrale salute, politiche sociali e disabilità della Regione FVG – il sistema è particolarmente articolato e le criticità sono numerose. Al fine di poter rimettere al centro la persona è necessario costruire un orizzonte condiviso che si basi su una nuova visione dei servizi, un nuovo assetto istituzionale ed un cambiamento della cultura organizzativa e professionale. La Regione in questo senso è già alla ricerca di una strategia che, come ha precisato Gianna Zamaro – Direttore area politiche sociali della direzione centrale della salute del FVG -, coinvolge tutti gli enti del terzo settore, considerati una risorsa imprescindibile per il potenziamento di un sistema solido che, solo facendo rete, potrà perseguire l’obiettivo principe, ovvero l’integrazione.

La Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità ha segnato uno spartiacque fondamentale per il riconoscimento della persona disabile come “cittadino” ma, come testimonia Carlo Francescutti – Direttore integrazione sociosanitarie e responsabile SIL dell’ASS5 Pordenonese –, c’è ancora molto da fare per l’eliminazione dei vincoli e la promozione attiva dei diritti tra cui vivere nella comunità in modo autonomo ed inclusivo. Solo grazie ad un approccio multidisciplinare sarà possibile passare dall’assistenzialismo all’accompagnamento alla vita, un “sentirsi a casa” che, oltre all’offerta di servizi adeguati ed accessibili, nasce dall’espressione e successiva realizzazione di aspettative e desideri personali.

Giovanni Barillari, assessore del Comune di Udine e Luciano Nonis, Direttore della Fondazione Friuli hanno espresso parole di apprezzamento e sostegno alle associazioni che operano in modo capillare sul territorio, ribadendo l’importanza di potersi interfacciare con enti come COPS, costituito nel novembre 2015 e rappresentativo di 11 organizzazioni che operano in convenzione con le Aziende per l’Assistenza Socio Sanitaria della Regione, gestiscono centri diurni e residenziali e hanno in carico oltre duecento persone con disabilità. Il Convegno è patrocinato dalla Consulta regionale delle Associazioni delle Persone Disabili e delle loro Famiglie del FVG, dalla Fondazione Friuli e dal Comitato Sport Cultura Solidarietà.